PER QUALI RAGIONI PARTECIPARE A UN PREMIO LETTERARIO
di Rodolfo Vettorello

Le considerazioni della gentile amica Donatella Rampado, Presidente di ASSOSINDERESI e promotrice del  nuovo Premio Letterario Assosinderesi Awards , sono tutte assolutamente condivisibili ed esaustive  al punto che mi rimane da esprimere solo qualche pensiero marginale . Pensiero che deriva dalla mia esperienza, in primo luogo, di partecipante a  un numero enorme di Concorsi Letterari e in secondo luogo dall’esperienza come organizzatore di più di un Premio e attualmente come Presidente di Giuria o anche di Giurato  in molti Premi Letterari.

In questa molteplice veste  posso fornire a eventuali partecipanti qualche indicazione che mi auguro possa essere di qualche utilità.

Il primo elemento da prendere in esame volendo partecipare a un Concorso è il testo del Bando relativo. Nel Bando sono espresse le intenzioni e le volontà degli Organizzatori e vengono precisate tutte le considerazioni  utili al Concorrente.

Il Bando esprime delle clausole e degli obblighi da parte del concorrente e deve precisare i corrispondenti doveri da parte dell’organizzazione proponente. Entro questi termini il Bando di qualsiasi Premio Letterario è da considerare un vero e proprio CONTRATTO  tra Organizzazione e Partecipante.

Per queste ragioni il primo compito del Concorrente è quello di Imparare a leggere il Bando del Premio che gli interessa. Se troverà delle condizioni non soddisfacenti, non dovrà partecipare a quel certo Concorso.

Inutile dire che ogni articolo, a fronte di ogni richiesta motivata,  riconosce dei rispettivi obblighi da parte del Proponente e questo in particolare relativamente ai riconoscimenti ai vincitori.

Altra considerazione di rilievo riguarda la composizione della Giurie che è bene sia chiaramente definita, nomi e cognomi, dei Giurati . Questo dettaglio di grande importanza deve consentire al partecipante di poter verificare la relativa competenza e credibilità di chi sarà chiamato a produrre la Classifica di Merito.E questo darà giustificazione all’indicazione espressa  nel Bando che le graduatorie espresse  dai giurati non sono contestabili  in nessuna sede.

Partecipare a un Concorso è un atto di fiducia reciproca tra Organizzazione e Partecipanti e questa fiducia è corretto sia motivata e controllabile.

Si partecipa a un  Concorso per ottenere da una Giuria competente una valutazione della nostra opera, valutazione che abbia un valore  utile alla personale crescita.

Partecipare a un Premio Letterario è mettersi in gioco, è offrire qualcosa della personale produzione all’esame e alla critica di valore di una Giuria di competenza riconosciuta.

La giusta disposizione del Partecipante dovrebbe essere quella di considerare il giudizio e la posizione nella Classifica di Merito corrispondente alla propria maturità creativa.

Certo l’obiettivo di ognuno è l’affermazione ai primi posti della classifica ma la considerazione successiva è che non tutti possono essere primi o tra i primi e la Giuria, certamente con fatica e con difficoltà, darà un certo giudizio, non  sulla personalità artistica dell’autore ma un parere professionale su un testo poetico, su uno specifico momento creativo. Il partecipante otterrebbe un vero vantaggio, anche da un riconoscimento non all’altezza delle sue aspettative, se potesse esercitare su se stesso e sulla propria creatività un certo spirito critico.

Traggono un vantaggio vero dalla partecipazione ai buoni Concorsi Letterari coloro che sanno obiettivamente valutare il valore della loro produzione mettendo da parte l’eventuale delusione per una mancata migliore affermazione.

Traggono il massimo vantaggio gli autori  dotati di una corretta disposizione d’animo, esente da egotismi esagerati .

Per esperienza posso dire di avere incontrato nell’infinito numero di Concorsi cui ho partecipato, degli autori particolarmente talentuosi cui, per una adeguata preparazione letteraria ma anche per una relativa facilità espressiva, era più facile l’affermazione ai massimi livelli.

Ho incontrato un’infinità di vanagloriosi che attribuivano all’incompetenza di chi li aveva giudicati, lo scarso risultato raggiunto.

Con mia personale felicità ho potuto osservare che anche autori inizialmente meno attrezzati letterariamente e quindi con scarsi risultati, autori però dotati della necessaria  modestia e disponibilità all’apprendere, ho notato in questi  una crescita letteraria e umana  ben rilevabile nel tempo.

I Concorso Letterari servono al Confronto tra gli autori, servono all’incontro, servono a esortare alla lettura degli altri e degli autori più grandi della nostra tradizione letteraria.

I Concorsi sono un trampolino di lancio verso risultati sempre migliori se, dai concorsi stessi e dalle occasioni che propongono, si ricava il meglio che alimenti la nostra passione di autori, ci faccia crescere e ci gratifichi anche con modesti progressi nelle nostre possibilità comunicative.