Antibullismo di Stefano Sedda
Antibullismo, il primo passo verso una concreta  responsabilità sociale

Antibullismo:  da Anti  a Pro, entrare nel mondo “gentile”  della  Responsabilità Sociale.

Troppo spesso si parla di Antibullismo solo in chiave difensiva, sicuramente perché lo stesso uso del prefisso “anti” lo definisce in questo senso.

Questa idea “anti” si trasforma in una eterogenesi dei fini; infatti, invece di facilitare la cultura del rispetto del minore, l’essere difensivi aumenta le resistenze e appesantisce il contesto. Quando dobbiamo difenderci, da sempre, alziamo una barriera fatta in primo luogo di ansie e preoccupazioni, e, in secondo,  di mosse e contromosse; tutti elementi che tolgono alla nostra azione quella leggerezza necessaria quando si tocca la vita dei minori. Tolgono leggerezza privando il nostro sentire di quella energia e passione, in una parola di quella “gentilezza” che sono spesso l’unico antidoto a un fenomeno così preoccupante e infestante per il nostro sistema sociale.

Perché è di questo che stiamo parlando, di sistema sociale; il bullismo altro non è che un guasto, una forma di boicottaggio del senso e dei valori del nostro esistere ed essere assieme. L’essere umano ha trionfato sulle altre specie proprio perché è stato in grado di definire un sistema sociale che partendo da una  intenzione condivisa riesce a definire al proprio interno regole e valori per stare assieme e raggiungere dei risultati. Un complesso di elementi capace di creare la cultura del progresso e diffondere, al tempo stesso, la consapevolezza che per evolvere e sviluppare ognuno deve avere a cuore l’altro:  comprensione che il proprio stare bene è legato all’essere in grado di contribuire alla crescita di tutto il gruppo.

Stiamo parlando di quello che gli anglosassoni chiamano “caring” e “social affectivity”, e che Don Milani definiva come il “mi tocca essere generoso anche quando non ne ho voglia”, un concetto chiave e centrale alla base della nostra civilità del nostro sistema sociale. Un sistema che per essere sostenuto necessita del concorso di tutti, della voglia di sentirsi responsabili non solo per se stessi ma per gli altri. Nella psicoterapia della Gestalt la parola Responsabilità viene interpretata per quello che è ovvero Abilità di Rispondere e che nel caso di responsabilità sociale significa capacità di rispondere alle esigenze degli altri, del gruppo (sociale) per contribuire alla crescita sia individualmente che in modo aggregato partecipando a uno sforzo condiviso e distribuito.

Il “bullo” rompe questo circolo virtuoso: ognuno di noi esiste anche e soprattutto per prendersi cura degli altri, e fa parte di un sistema che si regge su un delicato equilibrio reciproco fatto di rispetto e cura, e generosità per dirla alla Don Milani. Il “bullismo” rappresenta pertanto l’antitesi della responsabilità sociale perché impone l’idea che il rispetto ovvero la abilità di rispondere all’altro è un peso, non serve e può essere eliminata.

Per questo un sistema Antibullismo si fonda sulla capacità di creare la cultura sociale in un sistema, e sulla necessità, anche questa peculiare dell’essere umano di continuare a evolvere, misurando e migliorando.

Quando un sistema viene minacciato e indebolito è necessaria una risposta immediata che porti a rinforzare il senso dello stare assieme, e introduca un metodo, una leadership culturale per diffondere e condividere i principi i valori e le azioni della responsabilità sociale, misurando il livello di Caring e Affettività sociale interno.

Un sistema si rinforza solo con un sistema, lo dice la nostra storia: si rinforza con libertà di poter rispondere con la propria gentilezza alle minacce di chi questa gentilezza non solo non la comprende ma la vorrebbe distruggere.